• Baujahr 
    1963
  • Kilometerstand 
    41 000 km / 25 477 mi
  • Automobiltyp 
    Coupé
  • Lenkung 
    Lenkung links
  • Zustand 
    Gebraucht
  • Innenfarbe 
    Schwarz
  • Innenausstattung 
    Leather
  • Anzahl der Türen 
    2
  • Zahl der Sitze 
    4
  • Standort
    Italien
  • Außenfarbe 
    Weiss
  • Getriebe 
    Manuell
  • Leistung 
    64 kW / 88 PS / 86 BHP
  • Kraftstoff 
    Petrol

Beschreibung

ANNO : 1963
CHILOMETRI : 41000
POTENZA : 91
CILINDRATA : 1791
ALIMENTAZIONE : BENZINA/PETROIL
CAMBIO : Manuale
CILINDRI : 6
TRAZIONE : POSTERIORE
Colore Esterno Bianco
Interno Nero
Considerando quanto era già accaduto con Appia e Flaminia, fu facile intuire fin da subito che anche la Lancia Flavia berlina sarebbe stata la capostipite di una famiglia di versioni atte a soddisfare le più varie aspirazioni della propria raffinata clientela. Come da copione, la prima derivata fu la Coupé che debuttò esattamente un anno dopo la berlina al Salone di Torino del 1961 rintuzzando in un solo colpo tutte le rimostranze, peraltro lievi, che pubblico e, soprattutto, critica avevano indirizzato verso la sorella a quattro porte.Innanzitutto la linea: agli svolazzi di un Piero Castagnero non nel suo momento migliore, la leggendaria squadra della Pininfarina, cui facevano parte tra gli altri Franco Martinengo ed Aldo Brovarone, contrappose una linea molto classica ma di grande equilibrio e di rara bellezza. Poi l’abitacolo dove uno sportivo volante a tre razze con corona in legno ed il comando del cambio spostato al pavimento facevano da contorno ad una plancia dal disegno molto più classicheggiante, rivestita in legno e priva della originale mensola a sinistra del volante per i comandi secondari; di serie rivestimenti nel tradizionale panno ma finalmente con l’auspicata possibilità della pelle in opzione.

In tutto il nuovo pacchetto stilistico era rimasta una sola concessione alla creatività più spinta: i fanalini posteriori allineati sotto la chiusura del coperchio del bagagliaio, molto gradevoli ma altrettanto esposti alle ingiurie nei parcheggi; forse non ci si aveva pensato, ma forse anche si era trattato di un modo intrigante di differenziare totalmente la vista di tre quarti posteriore della Lancia Flavia Coupé da quella della Ferrari 250 GT 2+2, nata dalle stesse matite un anno prima.

Molto più bonario, giustamente, il frontale, la parte rimasta simile a quella della berlina, dato che conteneva ben altra energia rispetto a quello della coupé modenese per quanto i progettisti fossero comunque intervenuti per svegliare ulteriormente il già vivace quattro cilindri boxer che lavorava al suo interno.Il risultato fu contraddittorio: i novanta cavalli, rispetto ai settantotto della berlina, ottenuti attraverso l’adozione di due carburatori, rappresentarono, da un lato, la dimostrazione della generosità di quel motore che raggiunse la notevolissima potenza specifica di sessanta cavalli per litro, ma dall’altro portarono le sue caratteristiche di erogazione in territori poco coerenti con lo spirito di questa auto certamente molto più elegante che sportiva.

Anche se poi cominciò subito a vincere: elaborata da Bosato, una 1,5 si impose già al Rally dei Fiori 1963 dando inizio ad una serie di affermazioni che indussero Cesare Fiorio a fondare la Squadra Corse Lancia HF confidando proprio su questo modello di vettura. Che, nel frattempo (Salone di Francoforte 1963), aveva visto elevare la cubatura del suo motore a 1,8 litri con un aumento della potenza massima di solo due cavalli rispetto all’1,5 litri: scelta dovuta al desiderio della Lancia di tornare ad offrire ai suoi clienti quella dolcezza di marcia che un unico carburatore è più propenso ad elargire.